Risalendo l'aspra forra terminale, sulle cui pareti nidifica il gufo reale, ci si inoltra dapprima entro familiari boschi di rovere e castagno. Nelle cavità dei loro tronchi trovano ospitalità l'allocco e il picchio rosso maggiore, tra le loro radici numerose specie di micromammiferi.
Nelle occasionali radure è facile osservare il capriolo. In corrispondenza ed oltre la confluenza dei due rami del Lesina, gli aceri, i tigli ed il faggio divengono elementi caratteristici del paesaggio vegetale. Tra essi vivono ghiri, scoiattoli, donnole, faine, e non di rado vi sosta il cervo.
Più sù, ove predomina l' abete rosso, compaiono lo sparviere, l' astore e la martora; ove ad esso si aggrega l' abete bianco nidifica il raro picchio nero e la civetta capogrosso. Sopra i 1600 metri gli abeti lasciano il posto ai larici, che si ergono tra densi tappeti di rododendri ed estese boscaglie di ontano verde.
E' qui possibile incontrare il gallo cedrone o più facilmente il fagiano di monte e la lepre bianca.
Alle alte quote, i pascoli a festuca si alternano con le praterie a nardo, sfumando superiormente negli elementi propri della vegetazione rupicola.
E' questo il regno della pernice bianca, della marmotta, dell' ermellino, del camoscio e costituisce l'abituale terreno di caccia dell'aquila reale.